Non abbiamo dubbi, le parole sono importanti.

Nella relazione che abbiamo con i nostri pensieri e con gli altri.

Nella possibilità di comprendere e generare concetti e significati nelle nostre menti. Hanno un ruolo fondamentale nel nostro processo del “pensare” e nella possibilità di contattare il “senso”. Hanno un ruolo importante nella possibilità di comprendere noi stessi.

Nei segni, nelle parole , sono conservati gli accessi a profondi livelli di comprensione, e come è importante  conoscere chiaramente i significati e le definizioni  per riuscire ad essere efficaci nella sintesi di ciò che pensiamo e nella capacità di comunicazione con l’altro.

Le Parole sono come “scrigni di senso”  e molto spesso capita che le diverse culture, non condividendo le stesse parole, faticosamente, o solo ad un livello superficiale, riescono a richiamare in modo completo i concetti che tradizionalmente non gli appartengono . Questa caratteristica   mi ha sempre affascinato e portato alla ricerca delle definizioni complete.

La lingua tibetana

Partendo da queste affascinanti considerazioni ho deciso,  per entrare maggiormente in contatto con la filosofia e i concetti alla base di ciò che semplicemente chiamiamo Mindfulness, di approfondire lo studio della lingua tibetana . Una scrittura, quella tibetana, che nasce proprio dalla primaria esigenza di esprimere in modo esaustivo ogni sfumatura della propria filosofia. La tradizione racconta infatti che intorno al VII secolo, un sovrano diede mandato affinché fosse creata un sistema di scrittura in grado di  riprodurre fedelmente i testi buddhisti originari dell’india,  e che riuscisse a rappresentare in traslitterazione la lingua sanscrita. Per quanto la lingua parlata e le forme dialettali si siano nel tempo modificate e mischiate anche con altre lingue confinanti, la lingua scritta tradizionale classica tibetana si è conservata fino ad oggi non solo nei manufatti e nei testi ancora disponibili, ma anche nell’utilizzo concreto nei contesti di studio e approfondimento della filosofia: questo consente ancora oggi un accesso molto importante alle parole originali facilitando, per chi le conosce , una maggiore ed approfondita comprensione dei testi.

Studio da tempo la filosofia Buddista, insieme ad  altre filosofie orientali, attraverso traduzioni e traduttori ma col passare del tempo mi sono reso conto di quanto fosse importante riuscire ad accedere alle parole e ai concetti che sorgono dalla lingua nella quale sono ben compresi e integrati tradizionalmente. Mentre lentamente e con grande umiltà imparo, passo dopo passo, a riconoscere le parole in questa lingua meravigliosa , mi capita spesso di imbattermi, focalizzando le parole originali e le loro definizioni, in spunti  che sono di grande aiuto  nel processo di comprensione degli elementi filosofici, ad esempio evocando immagini e analogie o semplicemente chiarendo le definizioni di alcune parole che nella nostra lingua hanno diverse sfumature.

Interessante anche ricordare che nella tradizione tibetana, la pratica della calligrafia è essa stessa una importante pratica di consapevolezza.

Nella speranza che questo lavoro di approfondimento progressivo possa essere di aiuto anche ad altri, con questo articolo  ho scelto di aprire una periodica pubblicazione di elementi collegati alle tradizioni e alle radici della Mindfulness. Forniremo al tempo stesso i collegamenti che rendono queste parole e questi significati utili nei contesti di relazione.

(nella consapevolezza della gradualità nell’imparare, chiedo già in anticipo perdono in caso di imprecisioni che sarà mia cura cercare di correggere e integrare, qualora qualcuno abbia voglia di  fare segnalazioni contribuendo a questa piccola ricerca di significati.)

Mindfulness, Consapevolezza

La Prima parola che vi porto è:  དྲན་པ་

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Questa parola si traslittera utilizzando il nostro alfabeto come “dran pa” e la pronuncia è simile a qualcosa come “drën pa” anche se la parte iniziale è molto sonorizzata rispetto a come leggeremmo la parola in italiano.

E’ una delle parole che in tibetano indicano quello che in occidente indichiamo come Mindfulness, la consapevolezza.

Abbiamo già avuto l’occasione in questo breve articolo (Cosa è la Mindfulness)  di dare una definizione di Mindfulness, e se ora proviamo a entrare a contatto col suo più vasto significare sintetizzato nella parola e nella sua definizione, prossimo individuare che essa richiama i concetti di mantenere la mente sull’oggetto , memoriaricordare, riportare alla mente.

Ma non si tratta di richiamare ricordi passati , piuttosto cerca di esprimere quella attenzione vigile del ricordarsi , momento per momento, di riportare la mente nel presente e rimanervi. In qualche modo, potremo dire: ricordarsi di prestare cura a che la mente non sfugga via.

Consapevolezza  , diventa un un po’ come una esortazione a ricordarci continuamente di essere presenti. Qui è ora .

Senza disperderci nelle mille direzioni nelle quali, la mente, naturalmente viaggia costantemente.

Pensando ai contesti Organizzati,  quanto ci serve oggi questa qualità ?

🔹concentrarci sulle nostre aspirazioni ,
🔹essere davvero presenti nelle relazioni e comprendere l’altro
🔹rimanere lucidi e calmi nelle situazioni difficili
🔹accedere ed esprimere le nostre potenzialità e risorse.
🔹…

Corpo, parola e mente

La seconda serie di parole di oggi è: ལུས་ངག་ཡིད་

(Traslitterazione: lus ngag yid) : significa corpo, parola e mente

Corpo, parola e mente, nella tradizione tibetana , sono chiamati anche “le tre porte” e rappresentano le tre possibilità, modalità, che abbiamo a disposizione per interagire con la nostra esperienza quotidiana.

Tre parole davvero molto utili, nel loro stare insieme, un gruppo da focalizzare nella propria vita e da tenere sott’occhio ogni giorno . Come un buon termometro o una buona bussola.

Corpo, parola e mente, o anche:

🔸ciò che facciamo (e ascoltiamo, sentiamo)
🔸quello che comunichiamo
🔸cosa pensiamo.

Per affrontare, con reale intenzione, un processo di cambiamento o un percorso di sviluppo personale, ma anche quando concretamente parliamo di motivazione e purpuse nel nostro ruolo di Leader , questi tre piani ( azioni, parole e pensieri) devono viaggiare nella stessa direzione trasmettendo , a noi stessi e agli altri, coerenza e congruenza.

Dai valori, alle intenzioni e alle azioni. In questo caso, tutto “fila liscio” ed è saggiamente guidato dalla energia chiara della motivazione, a prescindere dai risultati e dagli eventi esterni (positivi o negativi che siano)

Quando quel sottile filo, quell’armonia, si interrompe, allora ci accorgiamo che qualcosa non va … quando corpo, pensieri e parole prendono strade diverse si perde il contatto con i significati e col senso delle nostre attività. Si perde anche la capacità di affrontare le difficoltà.

Nel mio caso , questa triade è diventata una buona bussola per osservarmi e , un passo alla volta, aggiustare continuamente la rotta che collega le mie aspirazioni con ciò che posso umilmente realizzare.

Qualche riferimento utile

Libri

  •  La Lingua Tibetana Classica – Fabian Sanders – Hoepli
  •  Translating Buddhism from Tibetan – Joe B. Wilson – Snow Lion

Dizionari di Riferimento